mercoledì 16 aprile 2008



Lasciata la diffidenza verso un buon uomo che voleva darmi un passaggio per Parc Gueil, e la desolazione dell’aeroporto di Trapani con 2 sole linee aeree e 3 gates, sono stata accolta dall’ospitalità di Amedeo, che mi ha ceduto il suo letto. Tuffata nella rambla, incrocio breaker di strada, uomini statue ridicoli obesi indiani bizzarri, ristoranti che offrono come cibo tipico pasta. Per fuggire ai costi della capitale della Catalunya non ho pagato la metro e mi sono “nutrita” di panini imbottiti di salame dal colore innaturale, sospettosamente transgenico. La sera anche qui, come a Palermo, mi reco alla Champagneria. A parte le singolari bellezze monumentali, mi è piaciuta tanto l’illuminazione. Dopo una seconda giornata divertente a Barcellona (ho preso la funicolare per la prima volta!!), ho fatto l’autostop sino a Villadangos de Panamo e poi ancora sino a Hostel de Obiergo. Poi ho camminato attraversando San Justo de la Vida e mi sono fermata as Astorga. 16 kilometri di pazzia. 35°, piegata in due dallo zaino nel nulla. Solo un rettilineo nella terra rossa. Sono arrivata sfinita, e mi sono vendicata con un piatto di ravioli alla ricotta. Abbiamo conosciuto un coreano dall’aria vagamente saggia. Dopo aver gustato la paella e la tortilla di jamon e queso, sono arrivata a Santiago. E’ terminato il mio cammino fasullo. Basta con gli albergues per pellegrini che chiudono alle 10 di sera e la sveglia alle 6.

Paesaggio tratteggiato da boschi. Questo caldo infernale mi dà tutto fuorché l'idea dei paesaggi irlandesi di cui mi avevano tanto parlato. A Santiago ho gustato il polpo alla feira, zorza y dorada, dai sapori squisiti.

Buoni.

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