Chiudo il blog. Ho voglia e bisogno di scrivere per me stessa, e poi per il momento devo cercare casa e devo capire dove andare a vivere (ed emigrare) nei prossimi tempi.
Forse un giorno riaprirà.
Ogni commento é benvenuto.
mercoledì 17 settembre 2008
mercoledì 10 settembre 2008
La costruzione dei preconcetti
"all'ombra dell'ultimo sole s'era assopito un pescatore ed aveva un solco lungo il viso che assomigliava ad un sorriso"
Chi ha interesse a far sì che la gente pensi che i film giapponesi siamo noiosi, e che il più famoso fra tutti sia il più noioso di tutti quando invece i sette samurai fanno ridere... e perché si deve credere che la corazzata potemkin sia lunga più di un'ora e dieci quando invece è tanto che dura... lì ci colpa fantozzi, ma il motivo resta ignoto... vedere le persone giappponesi, quelle vere in carne e ossa è divertente, perché il più che io sappia del giappone l'ho visto attraverso i cartoni animati, e poi attraverso l'elettronica, e le motociclette... è brava gente a giudicare da queste cose, io mi fiderei di un giapponese, che fa tutti quei cartoni, e poi le motorette, e tante piccole diavolerie elettroniche... ma a parte questo, è strano vedere che certe cose che parevano inventate nei cartoni per fare ridere i bambini in effetti erano proprio così, e non erano invenzioni... tipo il modo di mangiare il riso con la ciotola vicina vicina alla bocca, il modo di correre col busto diritto e i passettini piccoli, le risate squillanti e a bocca spalancata con l'ugola in mostra, il vecchio che sta in silenzio e quando parla tutti lo ascoltano, insomma... ora poi il giappone vorrei conquistarlo e saperlo...
"Ho sete e sono un assassino"
"Ho sete e sono un assassino"
domenica 7 settembre 2008
Se le cose siano già scritte oppure no non mi attanaglia troppo, ma che ogni cosa che mi gira intorno mi può insegnare tanto, ne sono sicuro. È bello quando riesci a convincerti che le più brutte delle cose, come le più belle, possono cambiarti e arricchirti, aiuta anche a non arrabbiarsi mai. ma proprio mai... ci sono certe cose che ti convinci in un modo che siano in un modo piuttosto che in un altro soltanto perché hai studiato, perché ti hanno insegnato che deve essere
così, e perché se ci rifletti sai anche tu che è giusto così. non so, come la mano davanti alla bocca quando sbadigli... mica è una cosa naturale... e poi ci sono cose più importanti, tipo arrabbiarsi, o fare a botte, o farsi i fatti propri... questo non so se è natura o istinto, a ben guardare quello che accade intorno dovrebbe essere che la natura dovrebbe portare a fare a botte e arrabbiarsi e invece la cultura ti insegna in contrario... chissà poi perché la cultura invece di assecondar la natura dovrebbe dire il contrario... e invece per fortuna il mio esempio personale porta testimonianze opposte a quelle che ho detto, e cioè che la mia natura mi porta a non aver mai voglia di picchiare nessuno... che poi vuol dire non pretendere che altrui faccia a modo mio. E' questo che fa arrabbiare la gente, e che la fa infuriare e fare a botte, e che scatena le guerre, e tutto il casino del mondo... quando A pretende che B faccia a modo di A, B si incazza. E se non si incazza B si incazza A, se B non ha fatto come A voleva... e giù botte e colpi di mortaio... ma questo perché, ah, per dire che io non mi arrabbio, anche se qualcuno magari pretende che io faccia questo o quello... ma chissene frega, era un altro il punto d'inizio, ah, ecco... il tasto pause... no, vabbè, era una stronzata questa del tasto pause, ma registrare tutte le cose che mi accadono per poter prendere appunti e imparare da ognuna mi piacerebbe, perché poi se non c'è il tasto
mi dimentico, e certe cose mi passano via così... così, e perché se ci rifletti sai anche tu che è giusto così. non so, come la mano davanti alla bocca quando sbadigli... mica è una cosa naturale... e poi ci sono cose più importanti, tipo arrabbiarsi, o fare a botte, o farsi i fatti propri... questo non so se è natura o istinto, a ben guardare quello che accade intorno dovrebbe essere che la natura dovrebbe portare a fare a botte e arrabbiarsi e invece la cultura ti insegna in contrario... chissà poi perché la cultura invece di assecondar la natura dovrebbe dire il contrario... e invece per fortuna il mio esempio personale porta testimonianze opposte a quelle che ho detto, e cioè che la mia natura mi porta a non aver mai voglia di picchiare nessuno... che poi vuol dire non pretendere che altrui faccia a modo mio. E' questo che fa arrabbiare la gente, e che la fa infuriare e fare a botte, e che scatena le guerre, e tutto il casino del mondo... quando A pretende che B faccia a modo di A, B si incazza. E se non si incazza B si incazza A, se B non ha fatto come A voleva... e giù botte e colpi di mortaio... ma questo perché, ah, per dire che io non mi arrabbio, anche se qualcuno magari pretende che io faccia questo o quello... ma chissene frega, era un altro il punto d'inizio, ah, ecco... il tasto pause... no, vabbè, era una stronzata questa del tasto pause, ma registrare tutte le cose che mi accadono per poter prendere appunti e imparare da ognuna mi piacerebbe, perché poi se non c'è il tasto
martedì 2 settembre 2008
Not ironic
Avete presente il proverbio: sposa bagnata, sposa fortunata? ecco, bene, nessuno ci può credere fino in fondo, però sarebbe bello se fosse vero... e se non è vero che la pioggia ti porta la fortuna è però davvero vero che se riesci a prendere il meglio anche dalle situazioni un po' così così, allora davvero hai tutte le fortune! perché la fortuna è riuscire a capirla la fortuna che hai, che il più delle volte per apprezzarla devi aspettare che te la portino via...
in tanti sono contenti a vedere quelli che stanno peggio di loro, hanno bisogno di quello per apprezzare le proprie fortune, e per essere contenti... sarebbe più bello riuscire a godere della gioia degli altri... io nove volte su dieci lo faccio senza sforzi, la decima volta mi sforzo...E se stasera ho pianto per l'ennesima volta vedendo Pretty Woman, c'é ancora quella bimba che sogna il principe azzurro.
lunedì 1 settembre 2008
In generale
L'importante è fare le domande, poi magari alcune risposte le si trovano per strada, cammin facendo... questo sempre per parlar del generale, che restare vincolati alle risposte già date è seccante per tutti, che cercare di essere coerenti con quello che si è già detto soltanto perché ci hanno insegnato che è meglio essere coerenti che incoerenti, o forse anche un po' perché natura e logica ci portano su quella via, è un po' una scocciatura... e allora liberiamoci di tutto e di tutti.
Sempre un po' in generale ci sono certe cose che però mi fanno stare meglio dentro la mia grotta... e penso che facciano stare bene anche gli altri cavernicoli come me... e cioè la consapevolezza che da qualche parte, in qualche altra grotta, spelonca o palafitta, o magari sotto una palma nell'oasi di Baharyya, o in un posto in generale, o in un posto in particolare... c'è qualcuno che nella sua solitudine sta pensando alla mia solitudine, e va bene così... e ti viene un pezzo di sorriso, magari solo da un lato della bocca, e la grotta è più bella così... e poi, sempre così in generale, per disobbedire, magari prendi le scarpe e vai a stare da solo insieme a qualcun altro solitario, oppure solo per stringergli la mano, o per bere una birra, leggere insieme qualche pagina, e poi si vede...
Sempre un po' in generale ci sono certe cose che però mi fanno stare meglio dentro la mia grotta... e penso che facciano stare bene anche gli altri cavernicoli come me... e cioè la consapevolezza che da qualche parte, in qualche altra grotta, spelonca o palafitta, o magari sotto una palma nell'oasi di Baharyya, o in un posto in generale, o in un posto in particolare... c'è qualcuno che nella sua solitudine sta pensando alla mia solitudine, e va bene così... e ti viene un pezzo di sorriso, magari solo da un lato della bocca, e la grotta è più bella così... e poi, sempre così in generale, per disobbedire, magari prendi le scarpe e vai a stare da solo insieme a qualcun altro solitario, oppure solo per stringergli la mano, o per bere una birra, leggere insieme qualche pagina, e poi si vede...
domenica 31 agosto 2008
non c'è differenza tra la tua cultura e la mia, e quella di tutti noi uguali
nati in ambienti costruiti, pieni di oggetti che in natura non esistono,
viviamo in case di cemento, teniamo oggetti di plastica in mano e computer
di silicio, quaderni e matite, scarpe colorate, motociclette, biciclette,
marionette, ventilatori e tram, ogni nostro gesto è frutto di diecimila anni
di condizionamenti, e di costrizioni, di cultura appunto... nulla è naturale
nel mio comportamento e nulla lo è nel tuo. soltanto la fame il sesso e il
sonno rimangono istinti naturali, ma sia la fame che il sesso fanno di tutto
per stravolgerli, malattie veneree e disturbi dell'alimentazione,
perversioni sessuali e alimentari, pedofilia e anoressia... negli ultimi
anni questi istinti hanno vacillato, forse per caso, forse perché abbiamo
paura degli istinti, forse perché la comunicazione e il commercio hanno
bisogno di pianificare per vendere, e quindi indirizzare gli istinti verso
strade conosciute. le trasmissioni di cucina e le signorine mezze nude hanno
riempito la TV...
nati in ambienti costruiti, pieni di oggetti che in natura non esistono,
viviamo in case di cemento, teniamo oggetti di plastica in mano e computer
di silicio, quaderni e matite, scarpe colorate, motociclette, biciclette,
marionette, ventilatori e tram, ogni nostro gesto è frutto di diecimila anni
di condizionamenti, e di costrizioni, di cultura appunto... nulla è naturale
nel mio comportamento e nulla lo è nel tuo. soltanto la fame il sesso e il
sonno rimangono istinti naturali, ma sia la fame che il sesso fanno di tutto
per stravolgerli, malattie veneree e disturbi dell'alimentazione,
perversioni sessuali e alimentari, pedofilia e anoressia... negli ultimi
anni questi istinti hanno vacillato, forse per caso, forse perché abbiamo
paura degli istinti, forse perché la comunicazione e il commercio hanno
bisogno di pianificare per vendere, e quindi indirizzare gli istinti verso
strade conosciute. le trasmissioni di cucina e le signorine mezze nude hanno
riempito la TV...
venerdì 29 agosto 2008
Il nonno di Lenin
Questo capitoletto è solo la continuazione del precedente. Ma mi piaceva troppo l'idea di mettere in un titolo il nonno di Lenin, per rinunciare all'arbitraria censura.
La casa di campagna del nonno di Lenin sorge, non lontano da Kazan - capitale della Repubblica autonoma dei tartari -, un po' in cima a una collinetta ai piedi della quale scorre, portando a spasso le sue anatre, un fiumiciattolo calcosiano. Un bel posto, dove ho bevuto del buon vino con i miei amici tartari.
Una parete del soggiorno dà sul giardino con tre grandi finestre. I ragazzi, tra i quali Volodja Ul'janov, il futuro Lenin, entravano e uscivano di casa per le finestre, anziché per la porta. Il saggio dottor Blank (padre della madre di Lenin), ben guardandosi dal proibire quell'innocente spasso, fece mettere sotto le finestre delle robuste panchette, perché i ragazzi se ne potessero servire nei loro andirivieni senza rischiare di rompersi l'osso del collo. A me sembra un modo esemplare di mettersi al servizio dell'immaginazione infantile.
Con le storie e i procedimenti fantastici per produrle noi aiutiamo i bambini a entrare nella realtà dalla finestra, anzichè dalla porta. É più divertente: dunque è più utile.
Niente impedisce, del resto, di provocare l'impatto con la realtà per mezzo di ipotesi più impegnative.
Esempio: Che cosa succederebbe se in tutto il mondo, da un polo all'altro, da un momento all'altro, sparisse il denaro?
Questo non è soltanto un tema per l'immaginazione infantile: perciò appunto penso che sia un tema particolarmente adatto ai bambini, ai quali piace confrontarsi con problemi più grandi di loro. É il solo modo che hanno per crescere. E non vi sono dubbi che essi vogliano, prima di tutto, e sopra tutto il resto, crescere.
Il diritto di crescere, in effetti, noi glielo riconosciamo solo a parole. Ogni volta che lo prendono sul serio, ci giochiamo tutta la nostra autorità per vietargiene l'uso.
La casa di campagna del nonno di Lenin sorge, non lontano da Kazan - capitale della Repubblica autonoma dei tartari -, un po' in cima a una collinetta ai piedi della quale scorre, portando a spasso le sue anatre, un fiumiciattolo calcosiano. Un bel posto, dove ho bevuto del buon vino con i miei amici tartari.
Una parete del soggiorno dà sul giardino con tre grandi finestre. I ragazzi, tra i quali Volodja Ul'janov, il futuro Lenin, entravano e uscivano di casa per le finestre, anziché per la porta. Il saggio dottor Blank (padre della madre di Lenin), ben guardandosi dal proibire quell'innocente spasso, fece mettere sotto le finestre delle robuste panchette, perché i ragazzi se ne potessero servire nei loro andirivieni senza rischiare di rompersi l'osso del collo. A me sembra un modo esemplare di mettersi al servizio dell'immaginazione infantile.
Con le storie e i procedimenti fantastici per produrle noi aiutiamo i bambini a entrare nella realtà dalla finestra, anzichè dalla porta. É più divertente: dunque è più utile.
Niente impedisce, del resto, di provocare l'impatto con la realtà per mezzo di ipotesi più impegnative.
Esempio: Che cosa succederebbe se in tutto il mondo, da un polo all'altro, da un momento all'altro, sparisse il denaro?
Questo non è soltanto un tema per l'immaginazione infantile: perciò appunto penso che sia un tema particolarmente adatto ai bambini, ai quali piace confrontarsi con problemi più grandi di loro. É il solo modo che hanno per crescere. E non vi sono dubbi che essi vogliano, prima di tutto, e sopra tutto il resto, crescere.
Il diritto di crescere, in effetti, noi glielo riconosciamo solo a parole. Ogni volta che lo prendono sul serio, ci giochiamo tutta la nostra autorità per vietargiene l'uso.
giovedì 28 agosto 2008
Sun
il kit delle cose che ci fanno stare bene può stare dentro una valigia o dappertutto puoi portarlo con te... il mio mare è lì, e i miei gabbiani ogni mattina sentono un rumore e si alzano insieme... non importa che io sia lì a vedere la scena ogni volta, loro sono lì per me, e io sto bene a pensarci, di questo siamo fatti... mi spaventa un po' pensare quanto siano importanti i ricordi per me, però è bello lo stesso.. mi spaventa perché mi trovo alle volte a vivere le cose in funzione del ricordo che ne avrò... e questo un po' certe volte mi condiziona troppo ma sono fatta così.. è anche un po' di dostoevskij questo modo di vedere le cose, ma non credo sia un gran bene prenderlo come modello, è un po' troppo... stavo per dire che non è umano, ma la sua non umanità è ultraumanità, è dieci, è cento uomini insieme... sì, forse dosto era cento persone in una.
"il mondo è l'insieme dei fatti, non delle cose" lo ha detto quello stesso che "di tutto ciò di cui non si può parlare si deve tacere"... è uno che, mamma mia... non posso dire di conoscerlo perché forse non riuscirei, ma quelle piccole cose di lui che riesco a contenere... mamma mia... è wittgenstein... enniente...
eppoi, chessò..
quando parlo del cinema mi ci sento dentro... e il cinema lo vediamo e basta, e invece al mare ci entriamo dentro, e in tutte le altre cose pure... però mi sono persa dentro le scene del cinema da piccola forse, e quando stavo chiusa in bagno pensavo che era l'unico momento in cui non stavo facendo il film, cioè in cui gli altri non stavano a guardare quello che succedeva nella mia vita, e pensavo a volte che in tutti gli infiniti pianeti dell'universo ci fosse un pianeta per ognuno di noi, e in ognuno di questi si vivesse la tua storia guardandola come al cinema... tutto il tuo tempo era come compresso e proiettato per quegli abitanti lì, ma non una scena andava perduta... e contemporaneamente venivano proiettati, secondo le leggi di quel nuovo cinema alieno, che noi non conosciamo ancora come si fa a farlo, i miei pensieri e le mie azioni, magari in simultanea, magari su due schermi diversi, oppure i pensieri venivano collegati direttamente al cervello (cervello?) degli spettatori tramite uno spinotto che trovavano sulla poltrona, e le azioni (i fatti) li potevano seguire dallo schermo... insomma.. un'infanzia difficile... e meno male che non è mai finita, e che non mi sono mai del tutto convinta che fossero solo baggianate della fantasia del bambino che passa troppo tempo a giocare da sola... per questo quando parlo di cinema ne ho una visione un po' alterata...
la notte sceglie il giorno... mmh... chissà com'è.. forse è per quel desiderio di svegliarmi presto la mattina e lasciare entrare il sole nella mia stanza e nella mia giornata, e nelle ossa del bacino, e nel bacino sulle ossa...
Ho paura un po' dei miei repentini cambiamenti.
eppoi, chessò..
quando parlo del cinema mi ci sento dentro... e il cinema lo vediamo e basta, e invece al mare ci entriamo dentro, e in tutte le altre cose pure... però mi sono persa dentro le scene del cinema da piccola forse, e quando stavo chiusa in bagno pensavo che era l'unico momento in cui non stavo facendo il film, cioè in cui gli altri non stavano a guardare quello che succedeva nella mia vita, e pensavo a volte che in tutti gli infiniti pianeti dell'universo ci fosse un pianeta per ognuno di noi, e in ognuno di questi si vivesse la tua storia guardandola come al cinema... tutto il tuo tempo era come compresso e proiettato per quegli abitanti lì, ma non una scena andava perduta... e contemporaneamente venivano proiettati, secondo le leggi di quel nuovo cinema alieno, che noi non conosciamo ancora come si fa a farlo, i miei pensieri e le mie azioni, magari in simultanea, magari su due schermi diversi, oppure i pensieri venivano collegati direttamente al cervello (cervello?) degli spettatori tramite uno spinotto che trovavano sulla poltrona, e le azioni (i fatti) li potevano seguire dallo schermo... insomma.. un'infanzia difficile... e meno male che non è mai finita, e che non mi sono mai del tutto convinta che fossero solo baggianate della fantasia del bambino che passa troppo tempo a giocare da sola... per questo quando parlo di cinema ne ho una visione un po' alterata...
la notte sceglie il giorno... mmh... chissà com'è.. forse è per quel desiderio di svegliarmi presto la mattina e lasciare entrare il sole nella mia stanza e nella mia giornata, e nelle ossa del bacino, e nel bacino sulle ossa...
Ho paura un po' dei miei repentini cambiamenti.
mercoledì 27 agosto 2008
sttttttttttt....ascoltate!
La cultura... mi convinco sempre più che faccia male alla felicità. Se cultura è tutto ciò che non è natura, si sposa male con il mio desiderio di tirar fuori gli istinti, per quanto possibile. Quando riesci a ritrovare l'istinto sai che stai facendo secondo natura, e non puoi sbagliare: se è la natura che lo impone comportarsi diversamente sarebbe aleatorio, frutto di abitudini e convenzioni che altri e non tu hanno stabilito... ecco, io sono in polemica col mondo forse, con chiunque abbia un qualche briciolo di responsabilità nell'avermi portato qui dove sono, cioè in un posto meraviglioso, pieno di cose meravigliose, ma dove ognuno parla la sua lingua e non si riesce a parlare con nessuno... ecco, vedi, se fossimo semplicemente uomini, se fossimo capaci di liberarci di tutto quello che in noi non è naturale... non dico per sempre, mi piacerebbe soltanto che fossimo in grado, all'occorrenza, di capire cosa è natura e cosa no... Non è un vezzo polemico il mio, penso che questa potebbe essere la via per ridefinire la scala di valori di ognuno, per capire cosa è più importante e cosa lo è meno. Il pane è importante, e l'acqua. Il tetto è importante. Dormire è importante. Fare dei figli è importante. Tutto il resto, bè.. sì.. non si può immaginare una vita fatta solo di queste cose, però è importante sapere che a volte quelle altre potrebbero anche non esserci. Potrebbe non esserci lo smalto per le unghie, potrebbe non esserci il sapone per lavarsi, potrebbero non esserci le scarpe...
Non sono del tutto convinta di quello che dico, però la lontananza dagli istinti di tutti noi è una cosa che mi infastidisce: atteggiamenti affettati, lunghe teorie sui comportamenti sociali, sulle relazioni, sul modo di vestirsi anche... cose che, per quanto io sia lontana dalla natura degli uomini, mi fanno venire il desiderio di avvicinarmi all'umanesimo umano dell'uomo... cioè a quello che sarebbe l'uomo senza cultura... e senza sociologia, e senza...vabbè va... lascio perdere
P.S.: avvistati oggi carcassa di pesce morto e di lucertola, schiacciata ed essiccata.
Non sono del tutto convinta di quello che dico, però la lontananza dagli istinti di tutti noi è una cosa che mi infastidisce: atteggiamenti affettati, lunghe teorie sui comportamenti sociali, sulle relazioni, sul modo di vestirsi anche... cose che, per quanto io sia lontana dalla natura degli uomini, mi fanno venire il desiderio di avvicinarmi all'umanesimo umano dell'uomo... cioè a quello che sarebbe l'uomo senza cultura... e senza sociologia, e senza...vabbè va... lascio perdere
P.S.: avvistati oggi carcassa di pesce morto e di lucertola, schiacciata ed essiccata.
martedì 26 agosto 2008
enjoy the animals
Oggi ho visto un topo morto e poi degli scarafaggi. Quand'ero piccola facevo le trappole per i topi, li catturavo e all'interno della stessa trappola li annegavo. Beh, non c'é nulla d'interessante, ma volevo rendervi partecipi della mia noia.
Quando ci annoiamo così facilmente, l'unico rimedio concreto é la natura. Eh però, che perle di saggezza che mi vengono, ma non era di questo che volevo parlarvi.
E' ormai più di un mese che non tocco una goccia di alcool e vedo più cose. Ad esempio le feste in spiaggia. La gente si ubriaca e fa cazzate, e fino a qui é tutto lecito. Però io sono proprio stanca. Ho voglia di amici e mi si presentano sempre persone che vogliono dell'altro. Basta, ormai sono sempre di meno. Sino a quando sarò convinta di esser nel giusto e di trovare gente che nel giusto con me non é, io mi sposterò, andrò altrove. E' la sopravvivenza. Gli animali ci hanno insegnato ad emigrare, l'uomo ha diritto di emigrare, perciò che Bossi vada a fare in culo, che chiudano studio aperto e che gli africani affamati per un mondo che gli é stato rubato vengano qui, perché hanno il diritto di farlo.
Quando ci annoiamo così facilmente, l'unico rimedio concreto é la natura. Eh però, che perle di saggezza che mi vengono, ma non era di questo che volevo parlarvi.
E' ormai più di un mese che non tocco una goccia di alcool e vedo più cose. Ad esempio le feste in spiaggia. La gente si ubriaca e fa cazzate, e fino a qui é tutto lecito. Però io sono proprio stanca. Ho voglia di amici e mi si presentano sempre persone che vogliono dell'altro. Basta, ormai sono sempre di meno. Sino a quando sarò convinta di esser nel giusto e di trovare gente che nel giusto con me non é, io mi sposterò, andrò altrove. E' la sopravvivenza. Gli animali ci hanno insegnato ad emigrare, l'uomo ha diritto di emigrare, perciò che Bossi vada a fare in culo, che chiudano studio aperto e che gli africani affamati per un mondo che gli é stato rubato vengano qui, perché hanno il diritto di farlo.
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